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Simbolismo trinitario nella creazione e redenzione
Pertanto nel primo tempo principale sono tre tempi speciali: cioè il tempo della fondazione delle cose che corrisponde al Padre per appropriazione della potenza; il tempo della purgazione dei delitti corrisponde al Figlio per via dello zelo e perché sarebbe diventato il Salvatore dei delitti; il tempo della vocazione dei Padri corrisponde allo Spirito Santo: questi sono i tre misteri prima della Legge. Sotto la Legge sono tre tempi: cioè il tempo della consegna della legge nei libri di Mosè fra i quali il Genesi è ricchissimo di misteri e specialmente il capitolo primo: questo tempo corrisponde al Padre per via dell’autorità. Il secondo è il tempo della sconfitta dei nemici e questo risponde al Figlio in quanto è il Verbo che combatte nella carne, e ciò si ha nel libro di Giosuè; il terzo è il tempo della promozione dei giudici, e la promozione dei giudici corrisponde allo Spirito Santo a cagione della grazia. Il terzo è il tempo della profezia che cominciò da Samuele, nel quale si hanno ugualmente tre tempi speciali cioè il tempo della consacrazione dei re, che si contiene nei Libri dei Re; il tempo della rivelazione dei profeti ch’è indicato dai Salmi e dai Libri profetici; il tempo della restaurazione dei principi e dei sacerdoti che si contiene nei libri di Esdra, Nehemia e Maccabei. Il quarto è il tempo della grazia rivelata, nel quale si distinguono parimenti. tre tempi; cioè la redenzione degli uomini che corrisponde al Padre che manda il Figlio e ciò descrivono i Vangeli; il tempo della diffusione dei carismi che corrisponde al Figlio ed è descritto negli Atti degli Apostoli. Il tempo della spiegazione della Scrittura che corrisponde allo Spirito Santo ch’è descritto nell’Apocalisse di S. Giovanni. Tutta la Sacra Scrittura attende a descrivere questi 12 misteri […].
Questi 12 misteri sono i 12 alberi. Ma l’albero della vita e l’albero della scienza del bene e del male furono nel Paradiso e significano Cristo e l’Anticristo. Tutta la Scrittura attende a descrivere Cristo principalmente e secondariamente l’Anticristo coi suoi membri. Coi fatti e con le parole tutti i (sacri) scrittori hanno annunziato Cristo, com’è manifesto di Giobbe, il quale più con le opere che con le parole indicò Cristo, come dice S. Gregorio (III Moral.). E ci sono due Corpi, uno dei buoni che ha per Capo Cristo, e uno dei cattivi che ha per Capo l’Anticristo.
Bonaventura da Bagnoregio, Hexaëmeron, trad. it. in C. Fabro, La storiografia nel pensiero cristiano, in Grande antologia filosofica, cit., pp. 491-492
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I giorni della creazione e le età del mondo
Bisogna notare che come Dio creò il mondo in sei giorni, così il Corpo mistico di Cristo ha sei età e la settima, per la salvezza del genere umano […]. Procede quindi la Scrittura nel descrivere il decorso del mondo in sette tempi che si dicono originali quando descrivono il modo in cui il mondo fu creato in sette giorni, figurali cioè fino a Cristo, salutiferi o graziosi poi fino alla fine del mondo. Dai giorni originali dovette cominciare Mosè, ecco ciascun giorno con la rispettiva opera: formazione della luce, divisione delle acque, fecondazione della terra, formazione della luce degli astri, inizio della vita sulla terra, formazione dell’uomo, giorno del primo riposo. A questi sette giorni corrispondono sette tempi figurali: tempo della creazione della natura, tempo della purificazione della colpa, tempo della scelta del popolo eletto, tempo della promulgazione della legge, tempo della gloria dei re, tempo della voce dei profeti, tempo della quiete intermedia. Similmente anche nel Nuovo Testamento sotto sette tempi: cioè il tempo del conferimento della grazia, tempo del battesimo nel sangue, tempo della norma cattolica, tempo della legge di giustizia, tempo della sublime cattedra, tempo della luminosa dottrina e tempo della pace ultima. Il rapporto poi fra questi tre gruppi di settenari è diretto fra i rispettivi membri: come il primo giorno della formazione della luce rappresenta l’elemento seminale del primo periodo del Vecchio Testamento cioè della formazione della natura, così questo per il primo tempo del Nuovo Testamento cioè il tempo del conferimento della Grazia. E così per gli altri.
Bonaventura da Bagnoregio, Hexaëmeron, trad. it. in C. Fabro, La storiografia nel pensiero cristiano, in Grande antologia filosofica, cit., pp. 494-495
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I tempi del Nuovo Testamento
Col decimo tempo principale ovvero della redenzione degli uomini è significato Cristo mediante i quattro evangelisti: in Matteo è detto come uomo mansueto, in Marco leone trionfante, in Luca vitello ucciso, in Giovanni ha la figura di aquila che vola. Nell’undecimo tempo, cioè della diffusione dei carismi, è detto anzitutto generoso donatore: Atti degli Apostoli, 22: d’improvviso si udì un uomo che veniva dal cielo; è donatore pio, come mostrò in Paolo della cui conversione e vita si occupa gran parte il libro degli Atti degli Apostoli; è donatore prudente, come si vede nelle sette Epistole Canoniche distinte prudentemente secondo i sette doni dello Spirito Santo; è donatore sapiente come si vede nelle quattordici Lettere di S. Paolo ch’esprimono molto, sapientemente e frequentemente Cristo nei suoi atti: non c’è una pagina dove non s’incontri il dolcissimo nome di Gesù. Nel decimosecondo tempo principale…, Cristo è significato nell’Apocalisse: anzitutto come presidente cioè in quanto ha le sette chiese, le sette stelle, i sette angeli, i sette candelabri e fiale; secondo come combattente, come si vede nell’Agnello ucciso dotato di sette corni che lotta con la bestia e il drago; terzo si mostra come trionfante, perché aveva la spada tagliente e la falce acuminata; quarto come giudicante, quando apparirà il Cielo nuovo e la terra nuova.
Bonaventura da Bagnoregio, Hexaëmeron, trad. it. in C. Fabro, La storiografia nel pensiero cristiano, in Grande antologia filosofica, cit., pp. 490-491
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I periodi storici del Cristianesimo
Nel nuovo Testamento il tempo della distribuzione della grazia decorre dal tempo di Cristo e degli Apostoli fino alla morte dell’Apostolo S. Giovanni sotto il pontificato di S. Clemente. Il tempo del Battesimo di Sangue cominciò allora sotto S. Clemente, quando i Giudei furono venduti e perseguitati da Traiano e Clemente fu inviato col popolo nel Chersoneso in esilio e si ebbero dieci persecuzioni capitali fino a S. Silvestro. Il tempo della norma cattolica fu da Papa Silvestro fino a Leone I, quando fu dato il Simbolo Atanasiano Quicumque e furono debellate le eresie mediante i quattro Concili generali i quali danno la fede secondo la quale ogni uomo dev’essere rigenerato. Il tempo della legge di giustizia va da Leone I fino a Gregorio il Grande, nel qual tempo furono promulgati il Codice di Giustiniano, il diritto canonico e le regole monastiche, intorno al quale profetò S. Benedetto mentr’era nel seno della madre al dire di S. Gregorio. Il tempo della sublime cattedra va da Gregorio Magno fino ai tempi di Adriano sotto il quale avvenne il grande sconvolgimento: la divisione dell’impero che restò in qualche modo a Costantinopoli per passare ai tedeschi, quando Pipino primo re d’Italia vinse il re dei Longobardi. Il tempo della luminosa dottrina, nel quale ora ci troviamo, continuerà fino alla sconfitta della bestia che sale dall’abisso, cioè fino a quando Babilonia sarà confusa e abbattuta: "Nei giorni del settimo angelo sarà consumato il mistero di Dio" (Apocalisse, 10, 7) e dopo questo tempo verrà la pace. Né di ciò tocca parlare, perché quando diranno: "Pace e tranquillità…" (I Tessalonicesi, 5, 3), non si sa quando ciò sarà. Intorno a questa seconda venuta di Cristo non si deve investigare.
Bonaventura da Bagnoregio, Hexaëmeron, trad. it. in C. Fabro, La storiografia nel pensiero cristiano, in Grande antologia filosofica, cit., p. 495
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I progressi del Cristianesimo nel mondo
Nel Nuovo Testamento al Romano Pontefice furono dati come dodici Patriarchi dodici santi Padri, sei greci: Epifanio, Basilio, Gregorio Nazianzeno, Giovanni Grisostomo, Gregorio Nisseno, Atanasio, e sei latini: Ireneo, Ilario, Ambrogio, Gerolamo, Agostino, Orosio. […] Morto poi Costantino vennero Costanzo, Valente e tre imperatori di seguito che furono Ariani, i quali afflissero molto la Chiesa con le eresie fino al tempo di Teodosio il quale, nato in Occidente, fu imperatore cristianissimo, liberò ed esaltò la Chiesa, dopo aver completamente debellato gli Ariani come risulta dalla storia .... Poi Giustiniano vince i Goti, i Longobardi e gli altri barbari. [Inizia la diffusione della fede]. Infatti la Gallia, la Bretagna, la Germania sono convertite alla fede in massa e la Chiesa si estende nel mondo occidentale, benché esistessero ancora in Francia i templi degli idoli. Questa espansione della fede avvenne nel mondo latino, non presso gli egiziani o i greci […] Poi sotto il pontificato di S. Gregorio fu deposto il patriarca di Costantinopoli che osò rivaleggiare col Sommo Pontefice romano chiamandosi prelato e patriarca di tutto il mondo. S. Gregorio poi, non ancora papa, disputando con un eretico famosissimo lo convinse trionfando come David su Golia al cospetto di tutto il popolo. Lo stesso San Gregorio ampliò il culto liturgico, istituì i cantori e come Davide trasportò l’arca con sette cori così egli fece sette processioni. Parimenti inviò in Inghilterra [missionari] per la conversione di quel popolo e lo sviluppo del culto divino. E come David meritò di ottenere che l’Angelo sterminatore cessasse dai flagelli, così S. Gregorio vide l’Angelo sopra Roma e meritò la liberazione di Roma [dalla peste] […] Poi avvenne la scissione interna della Chiesa: alcuni [cristiani] passarono sotto i Saraceni, ma due Chiese, la romana e 1’antiochena, resistettero. Infatti i Greci, vedendo i progressi della Chiesa romana caddero nell’eresia di Eutichiano. I loro figli miseramente li seguirono e non ci furono più imperatori (cristiani) in Oriente dove i Saraceni occuparono le Chiese di Antiochia, di Gerusalemme, di Alessandria, di Costantinopoli e arrivarono fino in Sicilia e fino a Roma. Come i Giudei infatti, allontanatisi dall’unità di David, caddero nelle mani degli Assiri, così quanti si allontanarono da Pietro al quale fu promesso: "Ti darò le chiavi del regno dei cieli" (Matteo, 16, 19) furono dati ai lupi, cioè ai Saraceni […]. Poi, al tempo della dottrina evangelica, sotto il papa Adriano, Dio operò trionfi miracolosi con Carlo Magno e col medesimo all’inizio [in Europa] una vita religiosissima. Egli infatti distribuì arcivescovi che prima non c’erano, fondò moltissimi monasteri e propagò i religiosi… Ma in questo tempo sopravvenne anche una grandissima tribolazione e poi la pace. Al tempo infatti dell’imperatore Enrico IV e di Federico il grande furono due papi. Parimenti questo Federico, se avesse potuto, avrebbe voluto distruggere la Chiesa, ma l’Angelo di Dio intimò di non più nuocere. Dopo la sua morte la Chiesa ebbe un po’ di pace e tuttavia si aspetta ancora una tribolazione per la quale la situazione della Chiesa venga rettificata, quando una sola persona o la moltitudine, come l’Angelo della Chiesa di Filadelfia, avrà la scienza e la rivelazione cioè la chiave di David e l’intelligenza della Scrittura […]. Quest’alternarsi di pace e tribolazione nella Chiesa è significato elegantissimamente nel mistero di Cristo in croce, quando prima fu luce ovvero giorno e poi tenebra su tutta la terra e poi di nuovo mentre ancora era confitto in croce ritornò la luce […].
Il settimo tempo del Nuovo Testamento, cioè dell’ultima pace, sarà il tempo dell’edificazione della Chiesa romana e della moltiplicazione delle chiese. Parimenti la restaurazione: quante volte la Chiesa romana è stata tribolata, altrettante è stata restaurata. Scrivendo infatti l’ultimo Federico a Papa Innocenzo IV: "Insegnano i fati e ammonisce la stella ovvero l’uccello predica che io Federico sarò il martello del mondo" – il Papa gli rispose: "Tacciono i fati né la stella insegna né l’uccello predica – che la nave di Pietro cessa di essere il capo".
Bonaventura da Bagnoregio, Hexaëmeron, trad. it. in C. Fabro, La storiografia nel pensiero cristiano, in Grande antologia filosofica, cit., pp. 495-497