Simplicio
La dottrina degli atomisti

Leucippo, di Elea o di Mileto (perché su di lui c'è l'una e l'altra tradizione), parteggiando per la filosofia di Parmenide, non seguì però la stessa via di Parmenide e di Senofane nella spiegazione delle cose, ma, secondo che si ritiene comunemente, una via del tutto contraria. Infatti, mentre quelli concepivano l'universo come uno e immobile e non generato e limitato e non accedevano neppure a porre l'ipotesi del non essere, egli [Leucippo] mise innanzi come elementi infiniti ed in eterno movimento gli atomi ed affermò che le loro forme sono pur esse in numero infinito, sia perché nulla possiede questa forma qui a maggior ragione di quest'altra, sia perché egli osservava che generazione e cangiamento sono ininterrotti negli esseri. Inoltre egli non ammise che l'essere esistesse a maggior ragione che il non essere, e considerò l'uno e l'altro egualmente come cause delle cose che si generano. Infatti, poiché supponeva che la sostanza degli atomi fosse solida e piena, la chiamò essere e disse che si muove nel vuoto, al quale diede appunto il nome di non essere, dicendo ch'esso esiste non meno dell'essere. Analogamente anche il suo discepolo Democrito di Abdera pose come princìpi il pieno e il vuoto, ecc.

DK 67, B8

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