Tolomeo
Contro l’eliocentrismo

Una volta considerato questo, se si passa ad affrontare il problema della posizione della Terra, si riconoscerà che i fenomeni attorno a essa giungono a compiersi soltanto se la collochiamo nel mezzo del cielo, come centro di una sfera. Se la cosa non stesse così, bisognerebbe che o la Terra fosse fuori dell'asse celeste e distante ugualmente dall'uno e dall'altro polo, oppure sull'asse ma spostata verso uno dei poli, oppure né sull'asse né equidistante dai poli. Alla prima di queste tre tesi si oppone quanto segue: Se, relativamente a località determinate della Terra, si suppone la Terra spostata verso l'alto o verso il basso, si hanno queste conseguenze: nel caso della sfera retta: non si produce mai il giorno equinoziale, dato che l'orizzonte divide sempre la sfera celeste in sezioni disuguali; o, ancora, non si produce affatto il giorno equinoziale, oppure si produce non nello stesso giorno in cui il Sole sorge nel punto intermedio tra il tropico d'estate e quello d'inverno, dato che gli intervalli in questione necessariamente divengono disuguali: infatti l'orizzonte divide in due parti uguali non più l'equatore (cioè il più grande dei cerchi paralleli descritti nella rivoluzione attorno ai poli), ma uno dei cerchi paralleli all'equatore, e a nord o a sud di questo. Ora, tutti assolutamente convengono che gli intervalli che stiamo considerando sono dovunque uguali, perché gli incrementi nella durata del giorno dall'equinozio fino al giorno più lungo nel tropico d'estate sono uguali ai decrementi fino al giorno più breve nel tropico d 'inverno. Se poi, relativamente a località determinate della Terra, si suppone la Terra spostata verso oriente od occidente, si hanno allora le conseguenze che le grandezze e le distanze delle stelle nell'orizzonte orientale non appaiono più uguali e le stesse rispetto a quelle dell'orizzonte occidentale, e che il tempo dalla levata alla culminazione non risulta più uguale a quello dalla culminazione al tramonto -conseguenze che chiaramente sono entrambe del tutto in contrasto con i fenomeni. Contro la seconda tesi, che suppone la Terra sull'asse del mondo, ma spostata verso l'uno o l'altro dei poli, si può poi obiettare quanto segue: se la cosa sta così, per qualsiasi inclinazione il piano dell'orizzonte fa sì che la parte di cielo che sta sopra la Terra sia disuguale da quella che sta sotto la Terra. E questa disuguaglianza dipende in ciascun caso dalla misura dello spostamento, e si ha sia tra le parti che stanno sopra (o sotto) nelle diverse misure di spostamento, sia tra la parte che sta sopra e quella che sta sotto; infatti, solo nel caso della sfera retta l'orizzonte può dividere la sfera in due parti uguali, mentre nel caso della sfera inclinata (nella quale il polo più vicino resta sempre visibile) la parte di cielo che sta sopra la terra diminuisce sempre, quella che sta sotto invece aumenta. Si ha allora la conseguenza che anche il grande cerchio dello zodiaco è diviso dal piano dell'orizzonte in parti disuguali. Ma ciò non è mai stato osservato. Infatti, sempre e per tutti delle dodici parti sei sono visibili sopra la Terra, mentre le altre sei sono invisibili, e poi di nuovo, allorché queste ultime sei sono tutte simultaneamente visibili sopra la Terra, le altre sei sono insieme invisibili; ed è allora chiaro che l'orizzonte divide l'eclittica in due sezioni uguali, visto che a essere tagliati via -ora sopra, ora sotto la Terra - sono gli stessi semicerchi nella loro interezza. In generale, se la Terra non avesse la sua posizione sul piano dell'equatore, ma fosse spostata a nord o sud verso l'uno o l'altro dei poli, si avrebbe la conseguenza che negli equinozi le ombre proiettate sui piani paralleli a quello dell'orizzonte dagli gnomoni alle levate e quelle ai tramonti non produrrebbero più una sola linea retta per la sensazione, Ora, dovunque questo allineamento è osservato in concomitanza con la posizione diametralmente opposta di levata e tramonto. Ma è senz'altro chiaro che la Terra non può essere spostata neppure secondo la terza tesi: a questa si oppongono le conseguenze di entrambe le prime due tesi. In breve, se la Terra non stesse al centro l'intero ordine osservato degli incrementi e decrementi di notte e giorno sarebbe completamente sconvolto. Inoltre, le eclissi di Luna non potrebbero avvenire nella posizione diametralmente opposta al Sole rispetto a tutte le parti del cielo, dato che spesso l'interposizione della Terra si avrebbe con questi due astri in posizioni non diametralmente opposte, ma separate da intervalli inferiori a un semicerchio.

Tolomeo, Almagesto, Teubner, Leipzig 1889-1903, vol. I, trad. it. in F.F. Repellini (a cura di), Cosmologie greche, Loescher, Torino 1980, pp. 289-292

apri questo documento in Word