Cicerone
La razionalità del Lógos secondo gli stoici

Dunque Zenone definisce la natura così: dice che essa è un fuoco dotato di capacità di produrre artigianalmente, che procede alla produzione con metodo. È proprio dell’arte, egli ritiene, il generare e produrre; e ciò che la mano compie nelle opere delle nostre arti, con arte molto maggiore sa compierlo la natura; la quale è, come ho detto, un fuoco dotato di capacità artigianale, maestra a tutte le arti. Secondo questa argomentazione, tutta quanta la natura è dotata di tale capacità, perché ha in sé un metodo e una via tracciata da seguire. E non solo essa è dotata di capacità artigianale, ma è direttamente artefice dell’universo stesso, che contiene e abbraccia tutte quante le cose; e ciò ancora secondo la definizione di Zenone, che la dichiara dotata di consiglio e preveggente procuratrice di ogni tipo di utilità e opportunità. Così come tutte le altre nature nascono e crescono in base a certi semi, ciascuna i suoi specifici, e sono già in essi virtualmente contenute, così analogamente la natura del mondo intero ha i suoi moti volontari i suoi conati e le sue appetizioni, quelle che i Greci chiamano ormái, ed esplica azioni in coerenza con questi moti così come facciamo noi pure, noi che ci muoviamo in virtù dell’anima e dei sensi. Tale dunque essendo la mente del mondo, e potendosi per questa ragione chiamare prudenza o provvidenza (il che in greco si dice prónoia), a questo soprattutto provvede e attende, che in primo luogo che il mondo sia costituito nel modo più adatto a conservare la sua esistenza, in secondo luogo che non presenti alcun difetto, poi infine che in esso sia bellezza straordinaria e ogni ornamento.

Cicerone, La natura degli dei, II, 22, 57-58, trad. it. in Gli Stoici. Opere e testimonianze, a cura di M. Isnardi Parente, Tea, Milano 1994, pp. 175-176

apri questo documento in Word