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In questo brano un grande storico della filosofia medievale, Étienne Gilson, commenta il programma agostiniano di inserire nell'esegesi biblica il complessivo sapere ereditato dalla cultura classica.
La verità della salvezza alla quale aderiamo per fede ci è nota attraverso le scritture; bisogna dunque poterle leggere ed interpretare, e ciò presuppone la conoscenza di tre lingue, il latino, il greco e l'ebraico. Ma capire la lettera delle Scritture non basta; bisogna anche conoscere la natura di tutti gli esseri di cui si parla in esse: minerali, piante e animali. La simbologia dei testo sacro è incomprensibile per quanti non conoscono la natura delle cose di cui noi cerchiamo i simboli; donde la necessità di una conoscenza che comprenda le scienze naturali, ivi comprese la geografia, la mineralogia, la botanica e la zoologia. A queste dovranno essere aggiunte anche le arti meccaniche e l'astronomia, poiché esse, anche se sotto questo punto dì vista rivestono un interesse minimo, tuttavia non possono essere considerate del tutto inutili. La dialettica è assolutamente indispensabile, poiché essa consente di distinguere e rifiutare i sofismi in tutti i problemi relativi alle scritture; essa inoltre insegna l'arte della definizione e della divisione degli argomenti, senza la quale nessuna esposizione della verità è possibile. Si aggiungano poi l'eloquenza, che consente di rendere convincente la verità una volta scoperta, la scienza dei numeri, che ci conduce agevolmente alla contemplazione delle cagioni eterne, la storia e infine il diritto; queste ultime, tra le discipline relative alle società umane, non possono essere assolutamente trascurate.
E. Gilson, Introduclion à l'étude de Saint Augustin, Vrin, Paris 1929, pp. 151-2