Bernardo Silvestre
La figura è un genere dell’insegnamento

La figura è un genere dell'insegnamento: la figura, infatti, è una forma espressiva che solitamente chiamano involucro, e si divide in due, in allegoria, cioè, e in integumento. L'allegoria è una forma espressiva che, in forma di narrazione storica, cela una verità diversa da quella che si comprende esteriormente, come, per esempio, la lotta di Giacobbe. L'insegnamento, invece, è una forma espressiva che, in forma di narrazione favolosa, racchiude una verità comprensibile, come, per esempio, a proposito di Orfeo: là, infatti, una notizia storica, e qui una favola rengono nascosto un mistero; ma di ciò si dovrà discutere in altra sede. L'allegoria riguarda la pagina divina, l'integumento la filosofia. Tuttavia, come attesta Macrobio, non sempre il trattato filosofico ammette l'integumento. Quando, infatti, lo stile osa innalzarsi fino al sommo Dio, non è consentito ammettere espressioni favolistiche, ancorché lecite. Quando, invece, si parla dell'anima o delle potenze dell'etere e dell'aria, allora si può ricorrere agli integumenti. Perciò Virgilio, quando descrive la vita temporale dello spirito umano unito al corpo, fa uso di integumenti. E, ancora, Virgilio stesso, introducendo la Sibilla che rivela notizie divine, dice che "racchiude cose vere in forle oscure", vale a dire cela le cose divine sotto integumento. E anche Platone, dopo aver parlato senza veli del mondo corporeo, essendo arrivato all'anima, dice, in forma figurata, che il numero ne è la materia. E, pur parlando esplicitamente delle stelle, quando si accinge a parlare misticamente degli spiriti si volge all'involucro, e dice che Oceano e Teti sono figli del cielo e della terra. E anche Marziano Capella, manifestando la deificazione della natura umana, parla da saggio teologo che non dice cosa senza riferirsi al mistero.

Bernardo Silvestre, Commento a Marziano Capella, Prologo, 40-41, in Il divino e il Megacosmo. Testi filosofici e scientifici della Scuola di Chartres, a cura di E. Maccagnolo, Rusconi, Milano 1980

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