Aristotele
La natura della fisica

Pertanto, da quello che abbiamo detto risulta chiaramente che la fisica è una scienza contemplativa; e anche la matematica è scienza contemplativa, ma, almeno per ora, non è chiaro se essa si occupi di enti immobili e aventi un’esistenza separata, sebbene sia chiaro che alcuni settori della matematica studiano i loro enti in quanto immobili e in quanto separabili. Se, d’altra parte, esiste qualcosa di eterno e di immobile e di separabile dalla materia, è evidente che la conoscenza di ciò è pertinenza di una scienza teoretica, ma non certo della fisica [giacché questa si occupa solo di alcuni enti mobili], né della matematica, ma di un’altra scienza che ha la precedenza su entrambe. Infatti la fisica si occupa di enti che esistono separatamente ma non sono immobili, e dal canto suo la matematica si occupa di enti che sono, sì, immobili, ma che forse non esistono separatamente e sono come presenti in una materia, invece la “scienza prima” si occupa di cose che esistono separatamente e che sono immobili. E se tutte le cause sono necessariamente eterne, a maggior ragione lo sono quelle di cui si occupa questa scienza, giacché esse sono cause di quelle cose divine che si manifestano ai sensi nostri. Quindi ci saranno tre specie di filosofie teoretiche, cioè la matematica, la fisica e la teologia, essendo abbastanza chiaro che, se la divinità è presente in qualche luogo, essa è presente in una natura siffatta, ed è indispensabile che la scienza più veneranda si occupi del genere più venerando. Epperò, se le scienze contemplative sono preferibili alle altre, questa è preferibile alle altre scienze contemplative.
Noi potremmo chiederci, in realtà, se la filosofia prima sia universale o se essa si occupi di un genere determinato e di una determinata natura (giacché nemmeno le scienze matematiche seguono tutte un medesimo criterio di indagine, ma la geometria e l’astronomia si occupano di entità che hanno una determinata natura, mentre la matematica generale studia tutte queste entità insieme); se, pertanto, non si ammette 1’esistenza di alcun’altra sostanza al di fuori di quelle che sono naturalmente composte, la fisica, allora, dovrebbe essere la scienza prima; ma se esiste una certa sostanza immobile, la scienza che si occupa di questa deve avere la precedenza e deve essere filosofia prima, e la sua universalità risiede appunto nel fatto che essa è prima; e sarà compito di questa scienza contemplare l’essere-in-quanto-essere, cioè l’essenza e le proprietà che l’essere possiede in-quanto-essere.

Aristotele, Metafisica, Libro VI, 1026 a 7-33; trad. it. Aristotele, Opere, vol. 6°, Laterza, Roma-Bari 1973, pp. 175-176

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