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Tra le quantità, poi, le une sono discrete, le altre continue, ed inoltre, le une consistono di parti dotate reciprocamente di una posizione, le altre invece di parti non dotate reciprocamente di una posizione. Orbene, quantità discrete sono, ad esempio, numero e discorso; quantità continue, sono linea, superficie, corpo, ed oltre a queste, tempo e spazio. […] Lo spazio, a sua volta, va annoverato tra le quantità continue: le parti del corpo, che si congiungono in un limite, comune, occupano infatti un certo spazio, e di conseguenza, anche le parti dello spazio, rispettivamente occupate dalle singole parti del corpo, si congiungeranno nel medesimo limite in cui si congiungono le parti del corpo. Perciò lo spazio risulterà continuo, dato che le sue parti si congiungono in un solo limite comune. […] La quantità, d'altronde, sembra possedere una contrarietà soprattutto quando si tratta dello spazio. In realtà, l'alto viene considerato come contrario del basso, e basso viene detto il luogo prossimo al centro, poiché la distanza tra il centro e le estremità dell'universo è la massima possibile. Sembra anzi che la definizione degli altri contrari sia tratta da questi: contrari, infatti, sono definiti quei termini, che entro lo stesso genere distano massimamente tra loro.
Aristotele, Categorie, 6, 4b20-6a20, trad. it. in Opere, Laterza, Roma-Bari 1993, vol. 1