Aristotele
Bene e fine

Ogni arte e ogni indagine, come pure ogni azione e scelta, a quanto si crede, persegue un qualche bene, e per questo il bene è stato definito, in modo appropriato, come ciò cui tutto tende. Ma appare evidente che vi è una certa differenza tra i fini: alcuni sono attività, altri sono opere che stanno al di là di quelle, e, quando si danno dei fini al di là dell'azione, in questo caso le opere sono migliori delle attività.
Dato che vi sono molte specie di azioni, di arti e di scienze, vi sono anche molti fini: la medicina ha per fine la salute, l'arte di costruire navi il navigare, l'amministrazione domestica la ricchezza; tra queste specie, quelle che rientrano in una sola sfera di azione (come ad esempio dall'ippica dipende l'arte di fabbricare le briglie e tutte quante le altre arti di fabbricare arnesi per l'equitazione, mentre l'ippica stessa e ogni altra attività guerriera dipendono dall'arte militare, e allo stesso modo altre arti dipendono da altre), in tutte queste, allora, i fini delle arti architettoniche sono preferibili a tutti i fini delle arti loro subordinate, e infatti i secondi sono perseguiti in vista dei primi. Né vi è alcuna differenza se fini delle azioni sono le attività stesse o qualcosa di diverso al di là di esse, come nel caso delle scienze sopra ricordate.
Se quindi vi è un fine di ciò che facciamo, che desideriamo a causa di esso stesso, e desideriamo le altre cose a causa di questo, e non scegliamo ogni cosa a causa di altro - infatti se si facesse così si andrebbe all'infinito, di modo che il desiderio sarebbe vuoto e inutile -è chiaro che quello viene a essere il bene e la cosa migliore.Allora la sua conoscenza non avrà forse un grande peso per le nostre scelte di vita, e, come arcieri cui è dato un bersaglio, non verremo a cogliere meglio ciò che ci spetta fare?
Se è così, ci si deve sforzare di comprenderlo nelle sue linee principali, cosa mai esso sia, e di quale scienza o capacità sia oggetto. Sembrerebbe essere oggetto della più autorevole e architettonica, e questa è evidentemente la politica. Infatti è la politica a stabilire di quali scienze c'è bisogno nelle città, e quali deve apprendere ogni classe di cittadini, e fino a che punto: vediamo che anche le capacità più degne di stima, come l'arte militare, l'amministrazione della casa, la retorica, sono subordinate a essa. Siccome la politica si serve delle altre scienze pratiche, e in più legifera su cosa si deve fare, e da cosa ci si deve astenere, il suo fine comprenderà in sé quello delle altre scienze, in modo che verrà a essere il bene umano. Difatti, anche se è lo stesso per il singolo e per la città, è evidente che cogliere e preservare il bene della città è cosa migliore e più perfetta; ci si potrebbe anche accontentare di coglierlo e preservarlo per il singolo, ma è migliore e più divino farlo per un popolo o per le città.

Aristotele, Etica Nicomachea, I 1094 a 1-b 11, trad. it. di C. Natali, Laterza, Roma-Bari 1999, pp. 2-5

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