Cicerone, Diogene Laerzio, Galeno, Stobeo
Zenone di Cizio e le emozioni come errori della ragione

Tutti i frammenti seguenti sono tratti da Stoici antichi. Tutti gli scritti, traduzione di Roberto Radice, Milano, Rusconi, 1998, pp. 96-9. Per ogni frammento si riporta anche il numero con cui è catalogato in questa tradizione.

Ecco la definizione di passione usata da Zenone, credo, in modo corretto: la passione è un moto psichico che devia dalla retta ragione e contro natura. Più sinteticamente è un impulso eccessivo, dove con 'eccessivo' si intende quello che si è allontanato dalla stabile condizione di natura.

Cicerone, Tusculanae disputationes, IV, 47, fr. 205/3


Come la definiva lo stoico Zenone, la passione è un impulso esagerato. Non dice "esagerato secondo natura", ma solo che è attualmente in uno stato esagerato: cioè non in potenza, ma in atto. La definiva anche così: 'la passione è un'eccitazione dell'anima', accostando la parte volubile dell'anima passionale al frullar delle ali.

Stobeo, Eglogae, II 7, 2, fr. 206/1


E mentre quelli non eliminarono completamente dall'uomo la passione dell'anima [...] ma solo ne diminuirono il peso riducendola ai minimi termini, questo (Zenone) volle che il saggio ne fosse privo, quasi fossero dei malanni. E mentre gli antichi sostenevano che le passioni erano conformi a natura, ma diverse dalla ragione - tant'è che ponevano le passioni in una, certa parte dell'anima e la ragione in un'altra - Zenone non condivideva queste posizione. Pensava infatti che le passioni fossero volontarie, e che traessero origine da un giudizio di opinione; era inoltre convinto che all'origine di tutte le passioni ci fosse una certa quale intemperanza e mancanza di misura.

Cicerone, Academica posteriora, I 38, fr. 207


Zenone era convinto che le passioni non fossero giudizi, ma che fossero il risultato del restringersi e dell'espandersi, del gonfiarsi e dell'appiattirsi dell'anima che seguono ai giudizi.

Galenus, De Hippocratis et Platonis placitis libri novem, V 1, fr. 209/1


Con ciò egli si trova su posizioni opposte rispetto a Zenone e a molti altri Stoici che considerano le passioni dell'anima non come giudizi in senso proprio, ma come le conseguenze di questi giudizi: il risultato del restringersi e dell'espandersi dell'anima in assenza di ragione, delle sue lacerazione del suo gonfiarsi e appiattirsi.

Galenus, De Hippocratis et Platonis placitis libri novem, IV 3, fr. 209/2


Non c'è bisogno da parte nostra di prova ulteriore per dimostrare che paura, dolore e le altre passioni similari hanno sede nel cuore. E questo presso gli Stoici è dato per scontato: non solo Crisippo, ma anche Cleante e Zenone lo ammettono senza esitazione

Galenus, De Hippocratis et Platonis placitis libri novem, III 8, fr. 210


Come dice Zenone nel suo trattato Le passioni, quattro sono i generi sommi delle passioni: dolore, paura, desiderio e piacere.

Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, VII 110, fr. 211/1

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