Bonaventura da Bagnoregio
Microcosmo e macrocosmo

Bisogna quindi osservare che questo mondo, che è detto macrocosmo, penetra nella nostra anima, che è detta microcosmo, attraverso la porta dei cinque sensi, in modo che essa viene a contatto con le realtà sensibili per mezzo dell’apprendimento, del diletto e del giudizio. […]
Pertanto, l’uomo, che è detto microcosmo, è dotato di cinque sensi, che costituiscono come cinque porte attraverso le quali penetra nella sua anima la nozione di tutta la realtà del mondo sensibile […]
Di conseguenza, tutto il mondo sensibile, con i suoi tre generi di realtà, penetra nell’anima umana per mezzo dell’apprendimento. Ora, queste realtà sensibili esterne a noi penetrano per prime nella nostra anima attraverso le porte costituite dai cinque sensi. Intendo dire che penetrano in essa non nella loro realtà sostanziale, ma per mezzo di una loro immagine generata nello spazio intermedio tra esse e i nostri sensi, la quale passa nel senso esterno e, da questo, in quello interno, e infine, nella facoltà dell’apprendimento. […]
A questo apprendimento, se l’oggetto appreso è conveniente, fa seguito il diletto. […]
Dopo l’apprendimento e il diletto ha luogo il giudizio. Per mezzo di esso, […] si è anche in grado di discernere il motivo per cui una cosa procura diletto e di darne la ragione. […]
In tal modo, tutto il mondo esterno può penetrare nell’anima umana attraverso le porte dei sensi, secondo le tre operazioni ricordate in precedenza. Tutte queste cose costituiscono delle vestigia nelle quali possiamo conoscere, come attraverso uno specchio, il nostro Dio. Infatti, l’immagine appresa è una similitudine, che si è generata nello spazio tra l’oggetto e i sensi, che si imprime successivamente nell’organo di senso e, con il suo imprimersi in esso, ci conduce alla conoscenza del principio da cui essa promana, cioè dell’oggetto. […]
Se, pertanto, tutte le realtà conoscibili godono della proprietà di generare un’immagine di sé, esse proclamano in modo manifesto che in loro si può vedere riflessa, come in uno specchio, l’eterna generazione del Verbo, Immagine e Figlio, che emana dall’eternità di Dio Padre.

Bonaventura da Bagnoregio, Itinerarium mentis in Deum, II, 2-7, trad. it a cura di L. Mauro, Rusconi, Milano 1996, pp. 75-83

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