Guglielmo di Ockham
Segni e termini

Il concetto o modificazione dell'anima significa naturalmente tutto quello che significa, mentre il termine orale o scritto non significa nulla se non per una istituzione convenzionale. Da questa deriva una seconda differenza: il termine orale o scritto può cambiare il suo significato a piacimento, mentre il concetto non muta il suo significato a piacimento di chicchessia.
A soddisfazione dei protervi va notato che "segno" può essere preso in due modi: in un primo modo segno è tutto ciò che, una volta appreso, fa venire in mente qualcos'altro, benché non riporti la mente alla prima conoscenza di quella cosa, come si è dimostrato altrove, ma faccia conoscere attualmente una cosa già conosciuta abitualmente. In questo modo ogni parola significa naturalmente, esattamente come ogni effetto significa almeno la sua causa e come il cerchio significa il vino in un'osteria.
Ma qui non intendo far uso di un'accezione così generale di segno. In un secondo modo è detto segno ciò che fa conoscere qualche realtà ed è nato per stare al posto di essa o per aggiungersi. Per essa in una proposizione, come nel caso dei sincategoremi e dei verbi e di quelle parti del discorso che non hanno un significato preciso, oppure ciò che risulta dalla composizione di tali parti, come nel caso del discorso. Se "segno" viene preso in questa seconda accezione, la parola non è segno naturale di nulla.

Guglielmo di Ockham, Summa logicae I, 1, trad. it. in Scritti filosofici, Nardini, Firenze 1991, pp. 46-47

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