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“Tutto quanto sfugge alla vista degli occhi cade sotto il dominio della vista dell’ intelletto”.
Hippocrate, De Arte 11, p. 16, 17 DK 68 B 11, in I Presocratici, Laterza, Roma-Bari 1981, vol. II, p. 749
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"Opinione è il colore, opinione il dolce, opinione l’amaro, verità gli atomi e il vuoto", dice Democrito, ritenendo che tutte quante le qualità sensibili, ch’egli suppone relative a noi che ne abbiamo sensazione, derivino dalla varia aggregazione degli atomi, ma che per natura non esistano affatto bianco, nero, giallo, rosso, dolce, amaro [...] gli uomini credono che sia qualche cosa di reale il bianco e il nero, il dolce e l’amaro, e tutte le altre qualità del genere, in verità ente e niente sono tutto ciò che esiste, perché Democrito usava anche questi altri termini, chiamando "ente" gli atomi e "niente" il vuoto. Così tutti quanti gli atomi, essendo corpi piccolissimi, non posseggono qualità sensibili, e il vuoto è uno spazio nel quale tali corpuscoli si muovono tutti quanti in alto e in basso eternamente o intrecciandosi in vario modo tra loro o urtandosi e rimbalzando, sicché vanno disgregandosi e aggregandosi a vicenda tra loro in composti siffatti; e in tal modo producono tutte le altre [maggiori] aggregazioni e i nostri corpi e le loro affezioni e sensazioni.
Galeno, Sulle teorie di Ippocrate, I, 2 = DK 68 A 49, I presocratici, Laterza, Roma-Bari 1981, vol. II, pp. 688-689