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Walter Burley è uno dei logici più lucidi del XIV secolo Il
suo De puritatis artis logicae, come ha scritto Jan Pinborg, è l’unico
testo medievale in cui la teoria delle consequentiae è considerata il fondamento
dell’intera logica.
Una consequentia simplex è valida per ogni tempo, di modo che l’antecedente non può essere vero, senza che sia vero anche il conseguente. Una consequentia ut nunc vale invece per un tempo determinato, e non per ogni tempo, come nel caso: “Ogni uomo corre, dunque Socrate corre”. Questa inferenza non vale infatti per ogni tempo, ma solo finché Socrate è un uomo.
Vi sono due tipi di consequentia simplex: la prima è quella naturale, dove l’antecedente include il conseguente, e si tratta di un’inferenza valida in virtù di un locus extrinsecus, ossia di una regola esterna, ad esempio: “Se l’uomo è un asino, tu siedi”. Tale inferenza è valida in virtù della regola: da un impossibile segue qualunque cosa. Regola che poggia, a sua volta, su un locus a minori, poiché l’impossibile è meno vero di qualunque altra cosa; ma allora, se l’impossibile è vero, ne segue, per il locus a minori, che tutto è vero.
W. Burley, De puritatis artis logicae, cit. in J. Pinborg, Logica e semantica nel Medioevo, Torino 1984, p.174