![]() |
Furon i pitagorici ad inventare il sistema astronomico del mondo, quale noi lo conosciamo. Questa affermazione può sembrare ingiusta nei confronti dei Babilonesi, che conoscevano bene i pianeti e ne calcolavano le posizioni con estrema precisione. Ma per loro era questione principalmente di speciali posizioni, come il levare ed il tramonto eliaco, la cui ricorrenza, quando cadeva, si pensava confermasse la stabilità delle intenzioni delle potenze celesti. Ciò che quelle stelle particolari facevano nel frattempo a loro interessava poco; era soltanto rappresentato da cifre incolonnate in tabelle. I pitagorici, fedeli alle loro concezioni geometriche, si occuparono delle orbite sulla sfera celeste e le concepirono come circolari, analogamente al resto dei moti celesti. Erano moti veri e propri, da ovest a est contro la rotazione di 24 ore delle stelle, non concepiti semplicemente come un "ritardo", come prima si era pensato, Le stelle mobili furono allora chiamate "erranti" ovvero "pianeti". Le velocità diverse fecero pensare a distanze diverse, ed è così che noi abbiamo già, con certe varianti occasionali, l'attuale sistema dei pianeti, con Mercurio e Saturno rispettivamente il più vicino e il più lontano dal centro, Il periodo annuale del Sole lo piazzava, nell'ordine del periodo di rivoluzione, al terzo posto, tra Venere e Marte. Quanto alla natura del Sole, che doveva essere sicuramente qualcosa di particolare, si formularono, come vedremo, varie teorie. La Terra fu per la prima volta concepita come sfera, per ragioni di simmetria, e anche perché si osservò che la sua ombra sulla Luna durante le eclissi era circolare, Secondo alcuni questa teoria sarebbe da attribuire a Pitagora; secondo altri a Parmenide, con maggior fondamento. Come se questo non fosse abbastanza significativo, segue, dopo una generazione o due, un altro sviluppo non meno importante, poiché il modo di pensare geometrico astratto della Scuola dette a quei pensatori una prodigiosa libertà immaginativa. Una volta divenuto chiaro che Sole, Luna e pianeti descrivono percorsi propri da ovest ad est, si avvertì probabilmente la stranezza del fatto che tutto il cielo rotasse tanto più rapidamente nella direzione opposta. Sarebbe stato possibile spiegare il fenomeno con qualcosa che rotasse ugualmente da ovest ad est?
G.Santillana, Le origini del pensiero scientifico, Sansoni, Firenze 1966, pp. 89-90